Titolo Autore Genere Anno Voto
Cerca per:

 

VERTICE DI IMMORTALI

Idea: 3/5 Trama: 3/5 Stile: 3/5

Titolo Originale: TO LIVE AGAIN
Autore: Robert Silverberg
Anno: 1969
Genere: FS Sociologica
Edizione: Editrice Nord – Cosmo Argento n.7

 

Commento:
Il romanzo è ambientato in un futuro imprecisato ma non troppo lontano. L'elemento centrale dell'intera opera consiste in una rivoluzionaria conquista tecnologica: la possibilità di registrare l'intera personalità di un essere umano, completa della gamma di tutte le sue esperienze, le sue capacità intellettuali, il suo carattere, su un supporto durevole, creando così le cosiddette imago. E' dunque possibile ottenere una seconda vita quando la propria imago viene scelta per il trapianto da un vivente; imago aggiuntive, infatti, portano in dote capacità analitiche maggiori, conferiscono esperienze e memorie aggiuntive, che conferiscono vantaggi ad esempio sul mondo del lavoro. Ragion per cui il trapianto di una o più imago è desiderato da tutti ed è segno di status sociale, visti gli elevati costi della procedura. L'intero ciclo di vita delle imago, dal loro "stoccaggio", ai trapianti e alle registrazioni periodiche (occorre infatti "salvare" periodicamente la propria imago registrata in modo che sia aggiornata con le ultime esperienze vissute) è gestita dall'Istituto Scheffing, descritto come un organismo in parte controllato dallo stato.
In questo scenario, due magnati senza scrupoli combattono un'aspra lotta per ottenere una imago particolare, quella del grande investitore Paul Kaufmann. A contenderla ci sono da un lato John Roditis, un cosiddetto self-made man di origini greche; dall'altro il nipote del defunto, Mark Kaufmann, intenzionato a impedire a tutti i costi a Roditis di entrare all'interno del clan. La lotta tra questi due titani coinvolge anche altri personaggi di questa elite di "super-ricchi", la cui caratteristica comune è il cinismo: ogni azione è infatti diretta solo e soltanto all'ottenimento di un vantaggio personale, sia esso di natura economica o di altro tipo. Abbiamo Elena Volterra, il prototipo della donna fatale assetata di potere, Risa Kaufman, figlia di Mark, la giovane ma già determinata rampolla desiderosa di bruciare le tappe e ottenere autorità negli affari di famiglia. Totalmente inadatto a questo mondo spietato è invece Charles Noyes, discendente di una famiglia altolocata, finito a recitare il ruolo di galoppino di Roditis. La sua personalità debole lo costringe ad una lotta estenuante anche con l'imago che ospita, quella dell'aggressivo Kravchenko, che tenterà a più riprese di ottenere il controllo del corpo del suo ospite. Tale eventualità è possibile e costituisce ovviamente un abominio, che passa sotto il nome di dybbuk, e se scoperto, l'imago colpevole è passibile di immediata cancellazione.
L'idea di base del romanzo non costituisce una novità assoluta ma l'autore la elabora in maniera originale e intelligente. Oltre alla già descritta immagine del dybbuk, ben riusciti sono i dialoghi interni dei personaggi con le loro imago, che mantengono i propri connotati di personalità e carattere. Questo nuovo ciclo di "reincarnazioni" ha dato linfa alle dottrine orientali che hanno così attecchito anche in occidente con una specie di nuova forma di buddismo; in diverse occasioni viene così citato da più personaggi il tibetano Libro dei Morti, una sorta di guida per l'anima dopo il trapasso. Come già accennato, tutti i protagonisti appartengono all'elite; pochissimi sono i passi dell'opera in cui prendono la parola o solo compaiono sulla scena persone comuni recitando fin dal principio il ruolo di pecore destinate al macello, in maniera forse troppo scontata.
L'intreccio è ben costruito, con una giusta dose di complessità che non appesantisce la lettura e un finale ben congegnato e sorprendente; la trama, a tratti quasi una spy-story, mantiene vivo l'interesse del lettore, aiutato anche dal ritmo narrativo elevato senza pause didascaliche. Anzi, forse, qualche passaggio più descrittivo su questa società immaginaria del futuro dove la morte è stata, almeno parzialmente, sconfitta avrebbe forse rappresentato un valore aggiunto: innumerevoli ovviamente sarebbero gli impatti sulla sfera sociale, politica, economica, religiosa che avrebbe potuto valer la pena descrivere.
Concludendo, un'opera sicuramente interessante, una buona lettura, ma che lascia un certo senso di incompiutezza, di occasione mancata per un vero capolavoro all'altezza di altre opere del medesimo autore. Consigliata in particolare agli amanti del genere sociologico, senza eccessive complessità.

Trama (attenzione spoiler!):
Il magnate Paul Kaufmann è morto e la sua imago è ambita da un altro affarista senza scrupoli, John Roditis, un cosiddetto self-made man di origini greche. Contro questa possibile destinazione dell'imago dello zio che permetterebbe all'affarista greco di entrare nella famiglia Kaufmann, si batte tenacemente il nipote, Mark Kaufmann, che giudica Roditis solo un ricco parvenue e un pericoloso rivale. Entrambi i potenti tentano di esercitare forti pressioni su Francesco Santoliquido, il direttore dell'Istituto Scheffing, dove le imago vengono conservate e processate.
Ad un party della famiglia Kaufmann, John Roditis invia il suo braccio-destro, Charles Noyes, che riesce a parteciparvi per i suoi legami di parentela (la sorella si è sposata con un membro del clan Kauffman). Charles Noyes conosce in questa occasione Elena Volterra, l'amante di Mark Kaufman. Elena Volterra è interessata a conoscere e diventare amante anche di Roditis; allo stesso tempo è innamorata dell'imago trapianta in Charles: Kravchenko, sua vecchia fiamma prima della morte dell'atleta.
Risa Kaufmann è la figlia sedicenne di Mark. Dopo aver convinto il padre a dare il consenso per il suo primo trapianto di imago, si reca in Europa per investigare sulla morte misteriosa di Tandy, la ragazza che ha scelto come sua prima imago. Il colpevole risulta essere uno dei due amanti di Tandy, morto anch'egli poco dopo la morte della ragazza, e divenuto un dybbuk, impossessandosi del corpo dell'ospite della sua imago, Martin St. John. Questi viene catturato e ripulito dalla imago colpevole. Essendo che un'imago non può essere reinnestata nel suo corpo originale, Santoliquido decide di approfittare di questo corpo "libero" per risolvere il problema di Paul Kaufmann, utilizzando il corpo di Martin St. John, donandolo all'imago del ricco magnate che avrebbe cosi una sorta di vera e propria seconda vita.
Prima che gli eventi prendessero questa piega, e temendo che Roditis l'avesse ormai vinta, Mark Kaufmann corrompendo un addetto dell'Istituto Scheffing, ha comunque ottenuto il trapianto della penultima registrazione di suo zio Paul, sicuro che in questo modo possa lottare ad armi pari col suo avversario, anche nel caso egli si impossessasse veramente dell'imago di Paul Kaufmann.
Roditis non può però accettare la sconfitta e invia quindi Charles Noyes a uccidere St. John in modo che l'imago di Paul Kaufmann ritorni libera per il trapianto. Charles Noyes riesce nel suo intento con la cooperazione di Elena Volterra che pretende, però, in cambio che l'uomo si arrenda e consegni il suo corpo al suo vecchio amante Kravchenko. Elena fa entrare Charles Noyes negli appartamenti di Mark Kaufmann, dove egli può quindi uccidere St. John con un veleno letale e Kravchenko ottiene il controllo del suo corpo. Quando, però, torna da Roditis per sottoporsi alla cancellazione della memoria (in modo da risultare innocente in un possibile processo) Charles Noyes riesce a ripredere il controllo di sè e scacciare l'imago di Kravchenko.
Alla fine Charles Noyes e Elena Volterra confessano tutto a Mark Kaufmann e alle autorità; Roditis viene quindi arrestato e condannato ad un processo di rieducazione, nonchè alla perdita delle imago di cui egli era già in possesso e alla cancellazione di tutte le sue imago finora registrate. Risa Kaufmann però, con un ricatto su di un dipendente dell'Istituto Scheffing, riesce a impossessarsi di una delle imago dell'industriale greco, che alla fine così in un certo senso entra a far parte della famiglia...