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SFACELO oppure DILUVIO DI FUOCO

Idea: 3/5 Trama: 2/5 Stile: 2/5

 

Titolo Originale: RAVAGE
Autore: Renè Barjavel
Anno: 1943
Genere: FS Apocalittica / Post Apocalittica
Edizione: L'Orma Editore – Kreuzville Aleph; Mondadori – Urania Collezione n.62

 

 

Commento:
Il romanzo é ambientato nella Francia del 2052, in particolare, almeno nelle fasi iniziali, a Parigi. Il futuro immaginato dall'autore è contraddistinto da un enorme sviluppo tecnologico; i ritrovati della scienza e della tecnica vengono descritti con una certa minuzia, e un entusiasmo nei confronti del progresso che suona quasi ingenuo.
Un nuovo materiale, il plastec, viene usato in ogni forma per la sua durata e la sua solidità; il trasporto ha fatto passi da giganti con la diffusione di aeromobili private e treni ad altissima velocità che conoscono il massimo dell'espressione nella ferrovia sospesa Nantes-Vladivostok che attraversa l'Eurasia; il latte viene fornito ad ogni abitazione tramite un sistema simile a quello dell'acqua potabile mentre il cibo viene prodotto in quantità industriali per via sintetica. Alcune ritrovate fanno quasi sorridere oggigiorno: dal già citato "acquedotto del latte" (che farebbe oggi inorridire chissà quanti vegani), all'idea di un servizio di lettura di libri a distanza per i viaggiatori che possono così rilassarsi ascoltando tramite auricolari opere a scelta.
Una macabra evoluzione del costume permette di conservare vivo il ricordo dei propri cari: i morti vengono infatti tenuti, come imbalsamati, in una sala apposita di ogni casa benestante, spesso al centro di essa cosicchè ogni azione domestica sia sottoposta al giudizio muto e severo degli antenati; per i meno abbienti, spazi in comune, moderni sostituti dei cimiteri, sono a disposizione allo stesso scopo.
Ciò che stride immediatamente nella lettura è che se da un lato gli incredibili progressi tecnologici hanno rivoluzionato la via "materiale", dall'altro lato, però, i comportamenti quotidiani, il modo di relazionarsi e le convenzioni sociali sono rimaste immutate e riflettono ancora il mondo contemporaneo dell'autore, quello di un secolo prima. Questo è esemplificato dal triangolo amoroso, uno schema che più classico non si può, da cui si sviluppa la vicenda: il protagonista, Francois Deschamps, è il figlio di contadini che si reca a Parigi speranzoso di poter iniziare il percorso di istruzione superiore che lo porterà a diventare "ingegnere" (la professione più alta come espressione del Positivismo razionale e scientifico) ma soprattutto per poter riabbracciare l'amata Blanchette, Blanche Rouget, la ragazza bella e innocente proveniente dal medesimo paesino, e che a Parigi viene corrotta dalle lusinghe della modernità, incarnate nel personaggio di Jerome Seita, il proprietario della radio che promette di fare di lei una star.
La corruzione morale di questo Paradiso moderno della tecnologica viene evidenziata da altri inquietanti fenomeni che si sviluppano in parallelo. Il primo testimonia la corruzione della natura: l'autore infatti fin da subito sottolinea più volte, la calura, l'afa umida ed opprimente che regna su Parigi, apparentemente dovuta dall'attività delle macchie solari, che causa come effetto collaterale anche l'abbassamento dell'elettricità. Il secondo è invece di tipo politico: la minaccia dell'"Imperatore Nero", sovrano dell'America del Sud.
Chiaramente, tutto questo non può durare. E così quando l'abbruttimento della modernità sembra destinato a raggiungere il suo apice, la sera del debutto di Blanche alla radio, preceduta da un terribile attacco dell'Imperatore Nero al Nordamerica, un inspiegabile black-out colpisce Parigi. E' la fine del mondo come lo si conosceva e un radicale cambiamento di paradigma. Tutte le agevolazioni della modernità sono scomparse, l'uomo deve tornare a procurarsi il sostentamento in prima persona, lottando se necessario anche con la forza. La salvezza è rappresentata dal ritorno alle origini, la fuga verso la Provenza, verso il mondo rurale, verso il "vero" rappresentato dalla natura e dalla tradizione. Blanche ritorna tra le braccia di Francois, che saprà proteggere lei ed altri sopravvissuti, dando origine ad una nuova società, un'utopia anti-moderna, che restituirà all'uomo il mondo, purgato dal "Diluvio di Fuoco". L'opera rappresenta un punto di vista sicuramente singolare e minoritario nel campo della fantascienza, e non solo. L'autore trasmette, infatti, un messaggio di natura chiaramente reazionaria, additando il progresso (o per lo meno una certa forma di progresso) come corruttore morale dell'uomo e dell'ordine naturale, idealizzando il ritorno ad una società patriarcale e pre-tecnologica. Lettura che suggeriamo per il suo impianto ideale interessante e anticonformista, sebbene lo sviluppo della trama e dei personaggi rifletta, ovviamente, un approccio datato.

Trama (attenzione spoiler!):
Anno 2052: mentre sta per scoppiare una guerra mondiale ad opera dell’"Imperatore Nero" dell’America del Sud, l’elettricità viene meno mandando nel caos il mondo intero. Un immenso incendio dilaga in Francia a partire da Parigi. Francois Deschamps, con la sua amata Blanche Rouget, riesce a guidare un gruppo di superstiti, attraverso mille insidie e a raggiungere quelle poche oasi di verde rimaste in Provenza dove vivevano i suoi genitori, morti in seguito all’epidemia di colera.
Francois, riorganizza la comunità, divenendo il patriarca di tutti i sopravvissuti, restaurando una società basata sulla poligamia, dato che la maggior parte dei sopravvissuti e delle nuove nascite sono di sesso femminile e bandendo ogni forma di progresso tecnologico: anche la scrittura viene insegnata esclusivamente ai capi villaggio. Le generazioni successive vengono inviate sempre più lontano per ripopolare territori sempre più vasti, portando con sé gli insegnamenti del patriarca.
Dopo aver generato una moltitudine di figli maschi e un’ultima figlia femmina cui ha dato il nome della sua prima moglie Blanche, Francois muore a centoventinove anni, lottando con un ragazzo colpevole di aver reinventato l'automobile facendo così riapparire il fantasma del progresso e della tecnologia, quell’abominio che rese necessaria la punizione divina del “Diluvio di fuoco”.