Titolo Autore Genere Anno Voto
Cerca per:

 

L'AMBASCIATORE DI MARTE ALLA CORTE

DELLA REGINA VITTORIA

Idea: 4/5 Trama: 3/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: THE MARTIAN AMBASSADOR
Autore: Alan K. Baker
Anno: 2011
Genere: Ucronia
Edizione: DelosBooks – Odissea n.60

 

Commento:
Il romanzo è ambientato nel più classico degli scenari Steampunk: l'Inghilterra Vittoriana del tardo XIX secolo. In questo universo alternativo, però, Marte è abitato da una civiltà, più progredita a livello tecnologico di quella terrestre. I Marziani hanno risposto ai messaggi terrestri instaurando pacifiche relazioni diplomatiche con i governi del nostro pianeta, in particolare con l'Impero Britannico, e iniziando ad esportare alcuni prodotti della loro tecnologia (una specie di tripodi utilizzati per il trasporto pubblico ad esempio).
Le differenze con il mondo cui siamo abituati non finiscono qui: l'esito dell'esperimento di Michelson e Morley ha provato l'esistenza dell'etere e la Gran Bretagna sta costruendo i primi dirigibili eterici in grado di viaggiare nello spazio. E, a completare il quadro di questa stravagante Terra alternativa, sul pianeta e sull'umanità vigilano le fate, guidate da re Oberon. Sono proprio esseri fatati a lavorare all'interno dei cogitatori, l'equivalente dei nostri moderni computer, in grado di accedere ad una specie di internet alternativo, un archivio magico posto oltre i confini del nostro pianeta..
Tutto sembra procedere per il meglio, la Terra e Marte sono pacifici alleati pronti a combattere contro terribili nemici celati nelle paurose profondità dello spazio, dipinti con tratti che rimandano immediatamente a Lovercraft. Ma, come un fulmine a ciel sereno, l'ambasciatore Marziano viene ucciso, assassinato nel peggiore dei modi che gli alieni del pianeta rosso possono immaginare, un modo che rievoca loro una sciagura atavica da cui sono stati segnati per sempre. Incaricato di risolvere l'arcano e trovare il colpevole dell'omicidio, che ha conseguenze politiche facilmente immaginabili, è Thomas Blackwood, agente specialle dell'Ufficio Affari Clandestini di Sua Maestà, il quale si ritroverà invischiato in un complotto ben più grande di quello che si può immaginare...
L'ambientazione del romanzo è davvero ben riuscita, ricca di idee originali e divertenti se non paradossali: i già citati computer magici, i cogitatori, o l'impiego dei Cavalieri Templari come forza di polizia per dirne un'altra. Lo stile di narrazione è semplice, diretto e lineare, basato principalmente sul dialogo e privo di lunghe e pedanti descrizioni o introduzioni. La trama non è malvagia, l'opera si sviluppa con un buon intreccio che però esaurisce troppo velocemente la "suspence" nel lettore, trasformando il finale in una specie di film di James Bond in versione steampunk. I personaggi sono abbastanza stereotipati, intrappolati all'interno della classica contrapposizione "buoni contro cattivi", ma la cosa è in fondo coerente con l'impostazione, quasi fumettistica diremmo per i toni usati e il ritmo narrativo, del romanzo. Concludendo, l'opera è una lettura sicuramente gradevole e divertente, che consigliamo vivamente, ovviamente, soprattutto agli amanti dello Steampunk.

Trama (attenzione spoiler!):
Lunan R'ondd, ambasciatore di Marte presso l'Impero Britannico, muore improvvisamente durante un banchetto ufficiale. Il ritrovamento di alcuni strani tipi di larva all'interno dell'apparato respiratorio dell'alieno inducono le autorità a pensare che possa essersi trattato di un delitto visto che l'atmosfera terrestre è velenosa per i marziani e li costringe ad indossare specifici apparati di respirazione al di fuori dello spazio isolato artificialmente della loro ambasciata.
Incaricato di seguire le indagini è Thomas Blackwood, agente specialle dell'Ufficio Affari Clandestini di Sua Maestà. Proprio poco prima di essere convocato dal Nonno, il capo dell'Ufficio, Blackwood ha acquistato un cogitatore, un macchinario in grado di accedere al grande deposito di conoscenze dei Registri Akashici, posti al confine tra la Terra e l'Etere Luminifero, che conservano per l'eternità ogni evento o pensiero occorso sul nostro pianeta.
L'autopsia evidenzia come i resposanbili della morte dell'ambasciatore sono stati degli acari che hanno assorbito i gas del respiratore del marziano prima che potessero raggiungere i suoi polmoni, inducendo quindi la sua morte per soffocamento. Ma, cosa ancora più incredibile, tali acari sembrano praticamente indistruttibili, anzi, una corretta applicazione di elettricità ne genera spontaneamente nuovi esemplari. Questo coincide con le scoperte, finora rigettate dalla scienza ufficiale, annunciate tempo addietro da un certo Andrew Crosse che ha dato anche un nome a queste creature: acarus galvanicus. Come Blackwood apprende da un diplomatico marziano durante un colloquio con la Regina Vittoria, il motivo dell'utilizzo di tali creature per uccidere l'ambasciatore può collegarsi al terrore che forme di vita parassitarie esercitano sulla popolazione marziana, che centinaia di migliaia di anni addietro è stata quasi sterminata da un'infezione proveniente dalle profondità eteriche cosmiche.
Tornato nella propria abitazione, l'agente Blackwood prova ad utilizzare il cogitatore ma questi gli annuncia di essere stato infettato da un virus eterico. L'agente viene salvato dall'intervento di Lady Sophia Harrington, della Società per la Ricerca Psichica, che ha indagato finora sugli attacchi in Londra e dintorni di una misteriosa creatura nota col nome di Jack il Saltatore. Shananan, il piccolo essere proveniente dal reame fatato che fungeva come aiutante per l'utilizzo del cogitatore, annuncia ai due che il virus responsabile era un terribile jinn, evocato tramite la Magia Stellare d'Arabia, la più potente e pericolosa nota all'uomo.
Blackwood e Lady Sophia fanno visita ad Andrew Crosse, lo scopritore dell'acarus galvanicus, il quale, distrutto dalla notizia dell'impiego criminoso della sua scoperta, confessa loro di aver fornito un campione della sua creatura ad un certo Indrid Cold, che si proclamava emissario di una società filantropa. E soprattutto, la descrizione che lo scienziato fa di Cold coincide con le parole che Lady Sophia ha sentito spesso riguardo un'altra creatura: Jack il Saltatore.
Il frammento metallico lasciato da Jack il Saltatore presso la casa di alcune delle sue vittime comprova la sua origine venusiana. Nel mentre, però, il mostro terrorizza Londra e dintorni gridando le parole "Marte Trionferà!". Blackwood si reca presso l'ambasciata marziana dove apprende come i marziani siano a conoscenza di una forma di vita che abita il pianeta Venere: un popolo ostile e avido che ha quasi distrutto il proprio pianeta ed è ora costretto a vivere in caverne sotterranee dopo aver reso la superficie inabitabile.
Lady Sophia, con l'aiuto dell'agente de Chardin della Polizia Templare Metropolitana scopre che Indrid Cold, alias Jack il Saltatore, è stato visto l'ultima volta dirigersi verso la tenuta di Lord Pannick, sospettato anche di essere colui che ha evocato il jinn che per poco non toglieva la vita all'agente Blackwood. Tutti si recano alla partenza del Cilindro Interplanetario che dovrebbe riportare in patria la salma dell'ambasciatore R'ondd ma questa viene distrutta da un misterioso raggio energetico di luce azzurra. Tutti i sospetti ricadono su Indrid Cold che, per misteriosi motivi, sembra voler mettere a tutti i costi Terra e Marte uno contro l'altro. Nei boschi vicini viene ritrovata la nave eterica venusiana di Indrid Cold ma Lady Sophia finisce tra le sue grinfie, viene rapita e portata alla tenuta di Lord Pannick.
L'agente Blackwood capisce il piano di Indrid Cold e di Venere: portare Marte e Terra alla guerra, distruggendo la seconda e indebolendo il primo, poter poi poter ottenere il controllo totale del Sistema Solare. A rapporto presso la Regina Vittoria e il Nonno, Blackwood denuncia anche come traditore Lord Pannick e nel mentre è raggiunto da un telegramma anonimo che chiede loro di sospendere ogni indagine riguardo alla morte dell'ambasciatore marziano, pena la morte di Lady Sophia.
Blackwood tenta di salvare Lady Sophia, ma viene anch'esso catturato da Lord Pannick. Egli conferma la propria collaborazione al piano venusiano e descrive le prossime mosse che dovrebbero portare all'inevitabile conflitto. Mentre un dirigibile eterico britannico farà rotta verso Marte seminando esemplari dell'acarus galvanicus per uccidere e terrorizzare la popolazione aliena, una macchina da guerra marziana manovrata da Indrid Cold distruggerà l'Esposizione Universale che dovrebbe essere inaugurata pochi giorni dopo proprio da Sua Maestà la Regina Vittoria.
Blackwood e Sophia trovano però salvezza e fuga grazie all'aiuto di Shananan che fa risvegliare il terribile jinn, reso furioso verso il suo padrone Lord Pannick per la fuga della preda che gli era stata promessa. Shananan si rivela essere in realtà il mitico Re Oberon, il sovrano delle fate, che, nonostante i limiti di un patto stipulato nell'antichità e che gli vieta di interferire con la sfera materiale, tenta di fare il possibile per salvare la Terra e l'umanità dalla minaccia venusiana.
Blackwood, grazie ad un incantesimo di Re Oberon, riesce a raggiungere il diribile eterico guidato da Lord Pannick e, una volta ucciso il traditore, a tornare a Londra appena in tempo per salvare la Regina e Lady Sophia dalla macchina da guerra marziana manovrata da Indrid Cold. La guerra è scongiurata, una dettagliata relazione è inviata al Parlamento Marziano e le relazioni tra la Terra e il pianeta rosso sono così salvate.

Citazione:

[...]
Scrutò dentro l’apertura mentre l’Aiutante assumeva una nuova posizione accanto al suo orecchio sinistro, le ali da libellula che emettevano un suono gradevole simile al rapido sfogliare delle pagine di un libro. Mentre guardava nella macchina, Blackwood fu assalito da una nausea improvvisa; tuttavia la sensazione fu misericordiosamente breve, come la fugace vertigine che si sperimenta quando ci si alza in piedi troppo in fretta, e mentre lo stordimento si affievoliva si ritrovò a scrutare in un minuscolo scompartimento che, a dispetto delle ridottissime dimensioni, dava comunque l’impressione di una capienza estrema.
Il paradosso fece apparire una smorfia sul volto di Blackwood. Notando la sua espressione, l’omino ridacchiò e disse: — Non allarmatevi, signore. State semplicemente osservando la camera di elaborazione centrale del cogitatore. È lì che si svolge tutto il lavoro, come potete vedere dall’attività frenetica che si va svolgendo sotto i vostri occhi mentre conversiamo.
Osservando più da vicino, Blackwood capì che era davvero così. All’improvviso fu consapevole dei numerosi minuscoli individui che correvano qua e là tra una vera e propria foresta di tubi e condutture sottili come capelli, apparentemente fatte di una sostanza metallica dalla fioca luminescenza, simile all’ottone. Le persone dentro la macchina erano simili nell’aspetto e nelle dimensioni all’omino che fluttuava accanto all’orecchio sinistro di Blackwood.
— Cosa stanno facendo?
— I miei colleghi stanno approntando il cogitatore per il suo normale utilizzo. Non è una fase che si possa affrettare in una macchina nuova, signore. Vi sono complicate procedure da seguire, altrimenti le cose non funzionerebbero secondo la loro progettazione.
— Che genere di procedure?
L’omino fece spallucce come per scusarsi. — Vi chiedo scusa, signore, ma data la vostra carenza cognitiva riguardo alla scienza della cogitazione artificiale, dubito molto che una spiegazione esauriente saprebbe recarvi l’illuminazione che cercate. Vi basti sapere che i miei colleghi sono al momento impegnati nel delicato processo di collegare la macchina al grande deposito di conoscenze che circonda la Terra e che definisce il confine tra il nostro mondo e l’Etere Luminifero che sta oltre.
— State parlando dei Registri Akashici — disse Blackwood senza distogliere lo sguardo dalla macchina.
— Proprio così, signore! Avete dimestichezza con la natura dei Registri?
— Un po’ — rispose Blackwood. Suo malgrado, era compiaciuto di aver sorpreso l’omino. — In Oriente conoscono i Registri Akashici da secoli, se non millenni, ma la loro esistenza è stata accettata solo in tempi recenti dagli uomini di scienza europei e americani.
— Assolutamente corretto, signore. Vi prego, procedete.
— Be’… per come li comprendiamo noi, i Registri Akashici costituiscono una sorta di campo energetico, una sostanza plastica semimateriale che trattiene l’impressione di ogni pensiero, azione ed evento mai occorso sulla Terra, conservandola per l’eternità.
— Eccellente! Un riassunto conciso e di grande effetto, se posso permettermi l’osservazione, signore.
— Vi ringrazio.
— E sono i Registri Akashici ad avere permesso lo sviluppo della cogitazione artificiale — proseguì entusiasta l’Aiutante. — È dai Registri che i cogitatori traggono le loro informazioni. Guardate, signore — aggiunse indicando l’apertura. — Ecco come si ottiene il risultato. Vedete quei minuscoli puntolini di luce eterica che fuoriescono dalle estremità dei tubuli? Sono gli echi delle informazioni contenute nei Registri. I miei colleghi le stanno trasferendo nei meccanismi interni del cogitatore: è in questo modo che si prepara la macchina per il suo normale funzionamento. Blackwood continuò a guardare quella frenetica attività. Le minuscole persone raccoglievano gli atomi di informazione non appena emergevano dalle estremità dei tubicini metallici e fluttuavano come infinitesimali schegge di luce nella camera di elaborazione, depositandoli successivamente in altri tubi e condutture che spuntavano dal fondo. Lavoravano così in fretta che Blackwood riusciva a stento a seguirne i progressi. Di tanto in tanto una delle persone si fermava, lanciava un breve fischio per attirare l’attenzione dei colleghi e teneva in mano uno dei puntini luminosi perché tutti lo vedessero. Questi atomi apparivano diversi dagli altri: erano più fiochi e avevano un colore livido e malsano. In queste occasioni, i piccoli lavoratori scuotevano vigorosamente il capo e la persona che aveva raccolto l’atomo offensivo lo gettava in un piccolo foro nel pavimento della camera prima di riprendere il lavoro.
— Quelli cosa sono? — chiese Blackwood.
— I Registri Akashici occupano solo uno dei molti piani eterici, signore — rispose l’Aiutante. — E alcuni di essi non sono tra i luoghi più salutari; anzi, tutto il contrario. Alcuni getterebbero un essere umano come voi nel baratro della pazzia dopo un solo sguardo. Di tanto in tanto, durante il funzionamento di un cogitatore, atomi di informazione provenienti da questi piani filtrano nel nostro mondo e quando avviene non fanno per nulla bene alla macchina, ve lo garantisco. È pertanto una delle nostre priorità più alte proteggerla da tali infezioni e minimizzare le probabilità che si verifichino.
[...]