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QUALCOSA DI ECCEZIONALE

Idea: 3/5 Trama: 4/5 Stile: 5/5

Titolo Originale: A BRAVER THING
Autore: Charles Sheffield
Anno: 1990
Genere: Innerspace SF
Edizione: Antologia Millemondi Primavera 1996

Commento:
Il racconto è la narrazione in prima persona dell'origine della scoperta scientifica che è valsa al protagonista narratore, Giles Turnbull, il premio Nobel per la Fisica. Turnbull ripercorre l'intera sua vita dal momento in cui conobbe chi la modificò per sempre, Arthur Shaw, un ragazzino di un anno più vecchio di lui, un vero genio della scienza rispetto al quale egli, riprendendo Landau, si definisce solo un "talento". Mentre la carriera di Turnbull avanzerà spedita, Shaw incontrerà difficoltà a casa del suo carattere oscuro... un'oscurità che Turnbull non immagina nemmeno ma che gli porterà in dote un tesoro... Bellissimo racconto che, nonostante nessuna idea particolarmente innovativa, cattura il lettore dall'inizio alla fine, in un crescendo di emozioni fino ad un finale inaspettato e imprevedibile.

Trama (attenzione spoiler!):
La vita di Giles Turnbull viene modificata completamente da quando suo padre lo obbliga a riportare in bicicletta a casa Shaw una cartelletta persa nel parco da Arthur, un ragazzino di un anno più vecchio di lui, con la passione per la scienza. I due da quel momento diventano amici inseparabili, compagni di studio e di ricerca scientifica. Entrambi si iscrivono a Fisica all'università ma, mentre Giles ha una carriera sfolgorante, Arthur ha qualche difficoltà per il suo carattere oscuro e il suo orgoglio di indipendenza, che gli inimicano colleghi e professori, e il suo disdegnare ogni aspetto "pratico" legato ad esami e via dicendo.
Progressivamente i contatti tra i due diminuiscono, soprattutto dopo che, al termine degli studi, mentre Giles diventa assistente universitario a Cambridge, Arthur deve abbandonare l'università accettando un'offerta di una azienda tedesca. Pochi anni dopo, Giles apprende da un giornale la terribile notizia, della morte di Arthur; sua madre gli fa visita pochi giorni dopo raccontadogli di non credere alla versione ufficiale dei fatti (secondo la quale Arthur si è suicidato) e insospettita dal comportamento del datore di lavoro di suo figlio.
Giles si reca così in Germania, per approfondire la vicenda. Qui viene accolto con ogni cortesia da Otto Braun, l'amministratore della società per cui Arthur lavorava, che consegna a Giles i quaderni di lavoro del suo amico. Giles capisce il motivo per cui egli non ha voluto consegnarli alla madre: accanto a materiale di ogni tipo (lavoro scientifico, amenità di vario genere) Arthur collezionava, in quantità progressivamente crescente con la sua età, articoli e dettagli macabri riguardo alla morte di bambini. Giles concorda con Braun sul fatto di non far vedere alcunchè alla madre di Arthur, evidenziando come fosse questa la volontà del suo amico, desideroso di distruggere ogni cosa fino al punto di arrivare al suicidio.
"Ho fatto qualcosa di eccezionale" aveva scritto Arthur nell'ultimo quaderno. Giles spiega a Braun che la frase è una citazione di una poesia nel quale l'autore esclama il suo volere di cancellare ogni testimonianza delle sue azioni. In realtà Giles capisce che la frase è legata a ben altro: alla teoria fisica legata alla quantizzazione dello spazio tempo che, a pezzi sparsi, Arthur ha creato nei suoi quaderni. E' esattamente lo stesso campo di lavoro su cui Giles si è impegnato negli ultimi anni senza però mai arrivare alle illuminazioni geniali di Arthur. Ma, poco a poco, Giles riesce a ricostruire il lavoro del suo amico fino a pubblicarlo a suo nome e arrivare così al premio Nobel.